Soggetto senza titolo
Soggetto per un cortometraggio o un fumetto.
Il protagonista è un uomo giovane, sui 30 anni. È un pugile amatoriale, vive in una casa di fortuna nella periferia rurale e disagiata di Roma che gli è stata lasciata dal padre, che è sempre stato assente. La casa ha una piccola rimessa adiacente, piena di robaccia accatastata per terra e su qualche scaffale, probabilmente utilizzata per ricettazione e vendita di ferrovecchio.
Il giovane riesce a vedere la sua coscienza sotto forma di giovane donna dai capelli corti e castani. Gli è capitato di vederla saltuariamente al bar, in palestra e in altri momenti casuali di eccitazione o stress.
Un giorno il giovane nota che è arrivato a casa sua un tipo dall’aspetto poco raccomandabile. Capisce che è lì per recuperare un torto, il giovane infatti ha causato danni al locale dell’uomo mentre era ubriaco e se ne era andato via senza pagare. Sentiamo l’uomo parcheggiare nel cortile e uscire dall’auto.
Mentre il giovane capisce la situazione, appare la ragazza che consiglia sommariamente che farebbe meglio a ucciderlo. Intanto l’uomo si fa strada nel magazzino e cerca il giovane, che gli va incontro. Quando si vedono l’uomo lo affronta e lo minaccia. Il giovane ammette il torto e cerca di mediare. L’uomo sembra convincersi ma come gesto di sfregio urina sul pavimento del magazzino. Dopodiché si allontana. Lo accompagnamo sul cortile e vediamo che l’auto su cui sale ha la forma di un proiettile, e si allontana sgommando a grande velocità.
Il giovane si volta e vede la ragazza, con cui parla dell’accaduto. Si trovano sul cortile, vicino alla macchina del giovane, sullo sfondo il panorama notturno e vuoto. Durante il dialogo notiamo dallo sfondo che improvvisamente albeggia. La ragazza a questo punto dice che in realtà il giovane ha malmenato e ucciso il proprietario del locale. Il giovane è sorpreso e contrariato, dice infatti che l’uomo è andato via “con le gambe sue” e che è impossibile che l’abbia ucciso.
Un cambio di inquadratura dopo queste parole (guardiamo dall’alto, in direzione del parabrezza) ci mostra che nell’auto c’è un corpo riversato malamente sul sedile posteriore. Anche il giovane, voltandosi dopo pochi istanti, si accorge del corpo e rimane a fissarlo impietrito.
La ragazza estrae una pistola e la punta alla nuca del giovane dicendo “Tu fai quello che dico io”. Preme il grilletto, ma l’arma è scarica.